Glossario


La base delle voci elencate in questo GLOSSARIO ICONOGRAFICO sono tratte dal sito di Alfredo Tradigo, che trovo ben fatto nella sua semplicità ma che non manca per questo di esaustività. Ad alcune voci ho aggiunto ulteriori informazioni in mio possesso.
Il GLOSSARIO TECNICO, raccoglie invece termini che ho organizzato negli anni per me, contiene la descrizione di voci, strumenti e materiali prettamente in uso ad un iconografo; man mano che scopro o apprendo qualcosa di nuovo lo aggiungo, sono certa che saranno utili a chi si approccia ora all'iconografia.
 
GLOSSARIO GENERALE
 
A
ACANTO: elemento decorativo costituito da volute vegetali  stilizzate, ispirate alla forma frastagliata dell'omonima pianta erbacea. Nell'antichità classica la foglia d'acanto è un elemento costitutivo del capitello della colonna corinzia. Dal Rinascimento in poi il motivo è usato nella decorazione di oggetti e soprattutto nell'intaglio del mobile in diverse forme
ACHEIROPOIETA: immagine "non fatta da mano umana", la cui origine è da attribuire a un evento prodigioso

AKATHISTOS: lett. "non seduto". Inno di ringraziamento  a lode del Salvatore, della Madre di Dio, dei santi o delle feste liturgiche; dell'ufficio bizantino che si canta in piedi il sabato della 5^ settimana di Quaresima. Composto da Romano il Melode nel IV secolo è un acrostico di 24 strofe (ikos) corrispondente alle 24 lettere dell'alfabeto greco. Nell'anno 626 fu aggiunta una 25esima strofa di ringraziamento alla Madre di Dio per aver salvato Costantinopoli dagli Arabi e dai Persiani
AMNÒS: letteralmente "agnello" indica la particella a forma quadrata che il sacerdote ricava dal pane eucaristico e che ha inciso il monogramma di Cristo
AMPOLLE: piccoli contenitori in metallo o terracotta che i pellegrini utilizzavano per conservare l'olio preso dalle lampade che ardono presso le tombe dei santi o l'acqua delle sorgenti miracolose; portano l'immagine del santo e così divennero i prototipi di successive icone
ANACORETA: dal greco "anachorein" (ritirarsi) ha come suo sinonimo il termine "eremita" da "eremos" (deserto o luogo solitario)
ANAGOGICO: dal greco "anagoghé" (ciò che innalza, che eleva) si dice di un'immagine che innalza lo spirito verso le cose invisibili
ANALOGION: pulpito o leggio sul quale viene esposta l'icona
ANASTASIS: lett. "resurrezione": l'icona della discesa di Cristo agli Inferi
APOFASI: teologia negativa che si avvicina a Dio per la via della negazione
APOFTEGMI: raccolte anonime di parole e opere dei primi "abba" del deserto dell'Egitto raccolti dalla tradizione orale copta e poi trascritti in greco in ordine alfabetico
ARCHIMANDRITA: il superiore di un monastero greco-ortodosso
ARTOFORION: dal greco "portatore del pane", (in slavo viene tradotto "conservatore dei doni") è un piccolo tabernacolo in cui si conserva il pane eucaristico

ARTOS: pane eucaristico
ASKITIS: asceta 
B
BENEDIZIONE GRECA: il pollice e l'anulare della mano destra si uniscono lasciando l'indice diritto, e formando così l'anagramma di Cristo: IC XC (manuale monte Athos). Le due dita che si uniscono indicano anche l'unione della natura umana e divina di Gesù 
BEMA: il santuario, la parte più sacra del tempio dietro all'iconostasi dove si trova l'altare
BLU: nella tradizione iconografica il blu rappresenta il colore della trascendenza. Blu è il manto del Pantocratore; blu sono le vesti della Vergine e degli Apostoli; blu è il centro dell’esplosione di luce della trasfigurazione; blu, nelle sue tonalità celestiali, sono le tuniche degli Angeli della Trinità di Rublev. Il blu corrisponde simbolicamente al cielo, dimora divina, ma anche all’acqua, al mare calmo. Il blu scuro è il colore della quiete e della passività
C
CARTIGLIO: è un motivo ornamentale caratterizzato dalla raffigurazione, scolpita o dipinta, di un rotolo di carta stilizzato generalmente contenente una iscrizione
CENOBITI: i monaci di un cenobio dove si fa vita comune
CHERUBINO: creatura angelica dalle molte ali
CHITONE: sottoveste o veste da casa dei Greci, ornata da una fascia colorata (stichos o clavus)
CIBORIO: baldacchino che sormonta l’altare nel santuario della chiesa, sostenuto da colonnette
CIMASA: termine architettonico che indica, in origine, la cornice superiore che assume la funzione decorativa nell’insieme della struttura; ad esempio si chiama cimasa il transetto superiore di alcune croci
CLAMIDE: mantello leggero dei cavalieri e dignitari bizantini
CLAVIO: (in greco stichos, in latino clavus) larga fascia ornamentale laterale sulla manica della tunica (chitone) di Cristo e degli apostoli;
CRISOGRAFIA: si intente la scrittura in oro, molto utilizzata dai miniaturisti, ma indica anche le lamine d'oro delle lumeggiature degli abiti. Gli abiti ricoperti di striature d'oro sottolineano la luce della divinità di Cristo, sui santi dicono la loro trasfigurazione e divinizzazione. 

CULLA: incavo realizzato a colpi di scalpello nella parte centrale sulla faccia anteriore della tavola, contornato dai bordi laterali e destinato alla pittura.  I bordi adempivano la funzione di cornice sui generis, che doveva separare il “mondo visibile” dal “mondo invisibile”, la divinità rappresentata, la "culla" o arca (kovtcheg), così chiamata in riferimento all’Arca dell’Alleanza descritta nella Bibbia. Nell’iconografia più tardiva i bordi e il pannello centrale spesso venivano distinti semplicemente mediante il colore
D
DEESIS: significa preghiera, supplica, "intercessione" della madre di Dio. E' una rappresentazione iconografica che vede Cristo in trono circondato dalla Vergine e da San Giovanni Battista, da apostoli e santi chini ai lati del trono di Cristo, intercedono a favore dei fedeli. E' la composizione centrale dell'iconostasi nel tempio bizantino.
DEIPARA: "Colei che ha partorito Dio" è il titolo concesso alla Madre di Dio dal concilio ecumenico di Nicea del 325
DIAKONIKON: lo spazio dietro l'iconostasi, a destra del bema, dove si conservano i paramenti, gli oggetti, i libri sacri e tutto ciò che serve per la liturgia
DIACONO: al servizio del sacerdote durante la liturgia, vestito con stikarion e l'orarion. Nelle icone se il diacono è santo viene raffigurato con l'incensiere e lo scrigno dei santi doni
DISCOS: la patena dove si dispone il pane eucaristico (artos) frazionato in pezzetti (melismos)
DODEKAORTON: dodici grandi feste dell'anno liturgico bizantino (in russo prazoniki). Le feste despotike, cioè di prima classe, sono precedute da un giorno di vigilia (preortia), sette di dopo-festa (meteortia) e un ottavo giorno di congedo (apòdosis)
 
E
EISODOS: dal greco "ingresso": le icone della Presentazione al Tempio (di Maria e di Gesù) e dell'ingresso a Gerusalemme
EMMANUELE: Cristo bambino o giovane imberbere
EPIGONATION: stoffa ricamata e inamidata, a forma di rombo, pende dal fianco destro del celebrante, appeso a un nastro che gli passa sopra la spalla; si usa nelle solennità
EPITAPHION: velo con il compianto funebre di Cristo morto che viene solennemente portato in processione in chiesa il venerdì (parasceve) e il sabato santo
EPITRACHELION: stola sacerdotale di rito orientale con scene evangeliche
ESCATOLOGIA: tutto ciò che concerne gli avvenimenti ultimi
ESICASMO: dal greco "esychia" (lett. "refrigerio"), termine monastico che indica la quiete, il silenzio e la pace dell'uomo che, libero da passioni e turbamenti, si raccoglie e riposa in Dio. Antica corrente spirituale ripresa nel sec XV da Gregorio Palmas, l'esicasmo si caratterizzata per la ricerca della luce (energia divina increata) e per la ripetizione della preghiera di Gesù
ESTASI: uscire da sè nella preghiera
ETIMASIA: lett."preparazione del trono" per il giudizio finale: su un cuscino è posto il mantello del Giudice, un Libro chiuso, la Croce e gli strumenti della passione
F
FELON: da "phelonion", manto liturgico sacerdotale e vescovile di origine antica in uso in Grecia e poi diffuso in Russia, senza apertura, corto davanti lungo dietro; nelle icone i vescovi dei primi secoli come san Nicola sono rappresentati con il felon, che poi viene sostituito dal sakkos
FILOCALIA: raccolta di detti e fatti dei Padri del deserto (vedi apoftegmi)
FILOXENIA: ospitalità di Abramo ai tre angeli-pellegrini, rivelazione trinitaria
G
GRAPHIA: disegno preliminare dei contorni delle figure da dipingere
H
HIMATION: dal greco "mantello" la (toga dei romani) che Cristo portava sopra la tunica
HYPAPANTE: dal greco "incontro": Gesù tra le braccia del vecchio Simeone
HOROLOGION: libro liturgico bizantino simile al Libro delle Ore latino
I
ICONA: dal greco "eikon", cioè immagine, più specificatamente attribuito alle immagini sacre, destinate ad un uso liturgico (ma anche domestiche, da viaggio, da processione)
ICONOCLASMO: o iconoclastia, cioè "distruzione delle immagini", è quel movimento che avversò l'uso delle immagini tra il 626 e l'842, provocando molti martiri e la scomparsa di molte immagini sacre, spezzate e date alle fiamme
ICONODULI: servitori delle immagini
ICONOFILI: amanti delle immagini
ICONOSTASI: lett. "luogo delle icone" .Questa parete divisoria che nel tempio cristiano orientale separa il  "naos" dal "bema", cioè la navata dal presbiterio, è ricoperta da immagini sacre (fisse o mobili) secondo un preciso ordine.
IC XC: diagramma "Gesù" e "Cristo" scritto sulla sua icona
IEROMONACO: monaco che ha ricevuto l'ordine sacerdotale
IERONDA: l'anziano, il saggio del monastero orotodosso (corrisponde allo starestz russo)
IGUMENO: superiore di un monastero cenobitico
IPOSTASI: unità in Cristo della natura umana e divina
J
JHWH: tetragramma di Javhè, che significa "Io sono colui che sono": è il nome di Dio, impronunciabile presso gli Ebrei anche durante la lettura dei testi sacri
K
KATOLIKON: la chiesa principale di un monastero greco, separata dagli altri edifici e situata nel mezzo del recinto del monastero
KENOSIS: spoliazione, abbassamento, annullamento, rinuncia, morte: icona Battesimo di Gesù, Crocifissione, Discesa agli Inferi
KONTAKION: inni liturgici simili ai tropari ma che si concludono con acclamazioni
KLOBUC: copricapo semisferico con due fasce laterali ornato con piccole croci e cherubini usato dai mnetropoliti
KOUKOULION: cappuccio che copre testa e spalle del monaco che indossa il "grande skema" durante il pranzo e la preghiera comune
L
LAVRA: dal greco "via", strada intorno a cui si raccoglievano le piccole capanne ("kellia") degli eremiti greci
LEVKAS: dal greco "bianco" è la preparazione del fondo dell'icona fatta di colla, gesso, polvere di alabastro
LIK: sguardo, volto inteso in senso non fisico ma che assume una dignità espressiva spirituale
LOROS: omophorion solenne che avvolge il corpo due volte e viene portato sopra le vesti dall'imperatore o dagli arcangeli Michele e Gabriele
LUCE: la luce naturale non ha alcun valore, tutti i colori terreni sono soltanto luce e colori riflessi; nell’icona quindi non c’è ombra o chiaroscuro, non esistono ombre perché cose e figure non prendono luce dall’esterno ma contengono esse stesse la luce (realtà trasfigurata). Il fondo d'oro riflette la luce non-creata (luce di Dio) e tutte le linee, le sottolineature d’oro vogliono proprio significare la luce sovrannaturale, la grazia che porta la luce di Cristo
M


MANDYLION: dall'arabo "asciugamano", è il lino o sudario sul quale Cristo lasciò impresso il suo Volto Santo per mandarlo a Emessa da re Abgar, dove rimase fino al 944; poi fu trasferito a Costantinopoli, in Santa Sofia, e rubato nel 1204
MANUALI DI PITTURA: Dionigi di Furna, Ermeneutica della pittura (secolo XVII); Foti Kontoglou, Ekphrasis (Trattato di iconografia ortodossa)
MAPHORION: manto rosso porpora che avvolge la Madre di Dio ricoprendo la sua umanità (la veste azzurra) di dignità regale
MELISMOS: frazione del pane eucaristico
METAMORFOSI: dal greco "trasfigurazione", rappresenta il momento in cui Gesù si trasfigura davanti ai suoi apostoli sul monte Tabor
METANOIA: rovesciamento dell'intelligenza e del cuore, di tutto il nostro modo di cogliere il reale
METANIA: inchino profondo (piccola metania) oppure prostrati con la faccia a terra (grande metania)
MENOLOGIO:
il termine 'menologio' deriva da Mineja, in greco mese ed indica un libro liturgico che contiene inni, preghiere, invocazioni, dispensate a ciascun Santo per ogni giorno dell’anno secondo il calendario liturgico.
MIROFORE: donne portatrici di unguento e profumo (myron) per la sepoltura di Criito
MITELLA: cuffia che riveste e raccoglie i capelli della vergine, è visibile sotto al maphorion
MITRA: copricapo alto e diviso nella sommità in due punte
ΜΡ ΘΥ: è la forma greca abbreviata di "Madre di Dio"
N
NAOS: navata della chiesa
NIMBO: aureola d'oro intorno capo di Cristo (con la croce, detto "nimbo crocifero"), di Maria e dei santi
O
O  Ω  N: scritta posta all'interno del nimbo di Cristo che significa "colui che è"
OMOPHORION: lunga stola generalmente bianca e ornata di croci, sviluppo del loros, di derivazione imperiale, indica la dignità vescovile: viene incrociata sul petto e ricade sul braccio sinistro; termina con tre linee che indicano l'ordine diaconale, sacerdotale e vescovile
ORANTE: Madre di Dio o santi, rappresentati in atteggiamento di preghiera con le braccia levate
ORARION: lunga fascia che il diacono porta sulla spalla sinistra sopra lo stikarion e, durante la preghiera, tiene alzata con la mano destra; oggi l'orarion è bianco come lo stikarion ma nelle icone antiche può essere rosso o nero anche se lo stikarion è bianco
P
PATIBULUM: parte orizzontale della croce sulla quale venivano legate o inchiodate le mani del condannato prima di essere innalzato sul palo verticale (stipes) della croce
PAVOLOKA:  tela, incollata sulla tavola, su cui viene steso una sorta di intonaco, un impasto di polvere di gesso e colla di pesce (levkas)
PHELONION: veste liturgica
PODLINIKI: manuali usati dagli iconografi per la corretta raffigurazione dei soggetti; il più famoso esempio è il "Manuale della pittura" del monaco e pittore Dionigi di Furna
POLOS: sfera trasparente con la croce e il monogramma di Cristo, indica il cielo, è simbolo di forza e potere e viene tenuta in mano da Cristo, dagli arcangeli o dall'imperatore
PORTE REGALI: porte centrali dell'iconostasi da cui il sacerdote accede durante la liturgia
PORTE DIACONALI: a destra e a sinistra delle porte regali introducono rispettivamente nel diakonicon e nel proskomidion
PREPODOBNYE: titolo dato a tutti i santi monaci della Chiesa russa, che significa "molto simile", sottinteso a "Cristo" o ai martiri
PREGHIERA DI GESÙ: consiste nella ripetizione continua, ritmata sul respiro e sui batti del cuore, delle parole "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio , abbi pietà di me peccatore"
PROSKYNETARIA: leggi, sostegni o piccole edicole in cui le icone vengono poste per facilitarne la devozione: incensamento, genuflessione, bacio
PROSKINESIS: (gr. proskinesis=onorare prostrandosi fino a terra) inchino profondo davanti a un'icona che si accompagna al segno della croce, al bacio dell'immagine e all'accensione di un cero
PROSKINETARION: leggio o edicola dove vengono esposte le icone del santo o della festa per facilitarne la devozione che consiste in aspersioni con l'acqua benedetta, incensamento, genuflessioni, segno della croce e bacio delle icone. Il leggio su cui poggia l'icona è ricoperto di un drappo che pende fino a terra generalmente ricamato con croci (etimasia)
PROSKOMIDIA: il sacerdote prepara il pane benedetto sul discos (o patena) e prega per le anime dei fedeli vivi e morti
PARUSIA: la seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi
PATERIK: (paterikon) raccolte russe di vite di santi, monaci e padri della Chiesa
PLURISTAURICA: (polystaurion), la parola significa "con molte croci" e si riferisce alle vesti liturgiche (felon, saccos) tessute o ricamate appunto con molte croci
PODLINNIKI: "testi autentici", manuali salvi di pittura guida con i modelli per gli iconografi
PROPORZIONI FIGURE: la posizione degli oggetti, la loro grandezza non sono naturali (pesi e volumi non esistono), ma relative al valore delle persone o delle cose, tutto è simbolico, non c’è realismo, volume, chiaroscuro e prospettiva perché i corpi celesti non seguono la logica rappresentativa naturale. Il corpo, sempre slanciato, sottile, con testa e piedi minuscoli, è disegnato a tratti leggeri, e il più delle volte segue le linee delle volte del tempio, in quanto la pittura dipende dall’architettura. Tutto comunque è dominato dal volto, perché è da qui che il pittore prende le mosse
PROSFORA: i pani che si usano per la consacrazione
PROSKOMIDIA: rito della preparazione dei doni
PROSPETTIVA ROVESCIATA O INVERSA: nell'icona il punto di fuga è davanti all’immagine. E’ l’icona che guarda chi sta davanti a lei. Le linee si dirigono in senso inverso rispetto a chi guarda, cioè non verso un punto di fuga dietro il quadro, ma proprio verso un punto esterno, che avvicina le linee allo spettatore, dando l’impressione che i personaggi gli vadano incontro. I profili infatti non esistono, se non per indicare i peccatori, né la tridimensionalità, in quanto la profondità viene data solo spiritualmente, dall’intensità degli sguardi
PROTHESIS: l'abside di sinistra dove si celebra il rito della preparazione dei pani
R
RASKOLNIKI: setta russa dei "vecchi credenti", tradizionalisti che non volendo accettare la riforma liturgica del patriarca Nikon si separò dalla Chiesa dopo il concilio di Mosca del 1666 e il cui principale esponente fu l'arciprete Avvakum, bruciato sul rogo nel 1682
REPLICA: copia, eseguita generalmente da un’icona taumaturgica, che ne ripete la tipologia iconografica e le misure.
RIPIDION: ventaglio liturgico rotondo di metallo, con inciso un cherubino o un serafino, usati dai diaconi
RIZA: lamina di copertura parziale in oro o argento, cesellata finemente e con inserimento di pietre preziose e smalti che lascia scoperto i volti, le mani e i piedi; impreziosisce le icone, soprattutto quelle ritenute miracolose
ROSARIO PREGHIERA DI GESÙ: fatto di lana intrecciata o cuoio veniva portato in mano o intorno al polso del monaco per recitare la giaculatoria "Gesù Cristo, Figlio di Dio , abbi pietà di me peccatore" quando si trovava lontano dal monastero al posto dei salme delle ore canoniche secondo tabelle prestabilite. Ad esempio: Mattutino 700 o 400 o 200; Ora prima 150 o 100 o 50; Vespri 100 o 200. Il rosario terminava con due pendagli triangolari di cuoio con incise preghiere o immagini sacre
S
SAKKOS: tunica di derivazione imperiale usata dal vescovo, aperta sui due lati e chiuso da bottoni, in sostituzione del più antico felon
SCABELLUM PEDUM: traversa poggiapiedi della croce che sosteneva il corpo dei condannati
SKEMA: in greco "veste", è in realtà una stola monastica (analabos) che copre il corpo davanti e dietro, la ci parte anteriore è coperta di croci e iscrizioni; il monaco ordinario indossa il "micron skema" (piccolo abito) mentre il monaco di stretta osservanza il "megalon skema" (grande abito)
SEMANTRON: asse di legno, generalmente appeso nei chiostri dei monasteri, che viene battuto come una campana per chiamare i monaci alla preghiera
SERAFINI: il loro nome deriva dal termine ebraico serafim legato al verbo saraf, che significa 'bruciare'; sono creature angeliche con sei ali, di cui con due si coprono la faccia, con due il corpo
SIMMETRIA: nelle icone la simmetria indica un centro ideale al quale tutto converge.
SINASSI: assemblea liturgica: la sinassi eucaristica è la messa
SKITI: deriva da askiti (asceta) ed è un insieme di piccoli eremi di singoli o piccole fraternità chiamate kalìvi (capanna). E' invece chiamato kellion la cella eremitica o la comunità di asceti più grande della kalivi ma inferiore a una skiti
SPAS: in russo "Salvatore"
STARETZ: (geronda in greco): "vecchio pieno di bellezza" (kalogeros), uomo spirituale, illuminato dalla grazia, dotato del dono del discernimento delle menti, intorno a cui si raduna una piccola comunità di discepoli
STAUROTECA: reliquiario contenente una particella della vera croce; icona in cui è inserita una croce di metallo a otto punte
STICHOS: nome greco che corrisponde al latino clavio (vedi clavus), fascia che circonda il braccio destro della tunica di Cristo, generalmente dorata, e ne indica la divinità
STIKARION: è la veste più semplice che può essere indossata da tutti coloro che durante la liturgia svolgono un compito di servizio come i cantori, i lettori, chi prepara l'incenso o porta il cero
STIPES: il palo verticale della croce che normalmente si trovava già conficcato nel terreno e al quale veniva aggiunto il patibulum che il condannato portava sulle spalle fino al luogo della crocefissione
STILITA: anacoreta che fa il voto di vivere su una colonna da cui predica, guarisce, dà consigli e dove fa vita di penitenza e, se sacerdote, celebra l'eucarestia
STOLA: (epitrakelion) intera o in due pezzi, a volte chiusa davanti da bottoni, è l'ornamento del vescovo e del sacerdote che si porta diritto, appeso al collo, sopra il sakkos; un suo sviluppo più ricco e sontuoso è l'omoforion vescovile
SUPPEDANEUM: (sotto i piedi) veniva inchiodato allo stipes perché il condannato a morte potesse stare in piedi
SYNTHRONON: (trono condiviso) indica appunto un trono collettivo, per esempio unico per le tre persone della Trinità o per i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe ma anche per i dodici apostoli nell'icona della Pentecoste
T 
TAVOLA: la tavola dell'icona simboleggia il legno della croce.
TEMPERA ALL'UOVO:  tecnica utilizzata dagli iconografi per dipingere, essi lavorano usando come legante dei pigmenti una emulsione di tuorlo d'uovo. I colori venivano stesi a più mani, secondo un ordine ben preciso, elaborato nei secoli
TEOFANIA: manifestazione della divinità di Cristo, si divide in grande (Battesimo) e piccola (..)
TRICHINAS: del cilicio
TROPARIO: inno variabile breve della liturgia ortodossa che descrive in forma poetica il significato delle feste e quindi aiuta il pittore di icone nella composizione
TSHIN: fila, ordine, registro dell'iconòstasi
U
UBRUS: velo e fazzoletto
UMILENIE: tenerezza
V
VELUM: cuffia pieghettata
VERGINE DEL SEGNO: è una delle più antiche modalità in cui Maria è raffigurata, sembra infatti risalire al V sec. d. C. il modello cui essa si ispira, quello dell’orante con le braccia e le mani alzate verso il cielo. Le mani aperte e rivolte verso l’alto, indicano la posizione di chi ama, adora Dio è il gesto di chi attende da Lui un dono ed è disponibile a farsene colmare
VERGINE DELLA TENEREZZA: indica una tipologia di icone mariane che è molto diffusa e venerata in tutto il mondo antico, ed è tra le Vergini più conosciute. In essa Madre e Figlio, sono mostrati in atteggiamento di affettuosa intimità, l'amore che li unisce è ben visibile nel contatto dei due volti, guancia a guancia, un particolare così intimo e affettuoso che permette a tutte le madri di riconoscersi in questo semplice gesto amorevole
VERONICA: la donna guarita dal flusso di sangue toccando il mantello di Cristo ne avrebbe poi raccolto l'immagine del Volto sofferente sul calvario, creando così la fonte per una serie di Volti di Cristo detti appunto "veroniche", di cui il principale si conserva a Roma
VOKHRENIE: nella pittura dei volti, la prima mano di colore si chiama sankir CHE è l'incarnato di base. Successivamente si stende a più riprese l’ocra, questa fase è chiamata anche “lavoro di ocre”



GLOSSARIO TECNICO per ICONOGRAFI

AMMANITURA: soluzione pronta all'uso di gesso di Bologna e colla di coniglio utilizzata per la preparazione del fondo nella doratura e per la preparazione dei supporti nella pittura.
DECERARE: si può estrarre gran parte della cera contenuta nella gommalacca con un procedimento semplice. Si prepara una soluzione in alcool con densità del 50%, e la si lascia in un contenitore ermetico per una settimana circa. Quindi si filtra con carta filtro, o altri filtri cartacei eventualmente reperibili. La soluzione filtrata è quasi completamente priva di cera, e si può usare come tale, o dopo averla ulteriormente diluita con alcool
EMULSIONE ALL'UOVO: legante a base d'uovo per i pigmenti. Ingredienti base: 1 tuorlo d'uovo (che è l'unità di misura), vino bianco 2 volte e mezzo l'unità di misura, 7 gocce di olio essenziale di lavanda. E' facoltativo aggiungere alcune gocce di olio essenziale scelto tra olio di: lino, noce, papavero e cardamomo.
ENCAUSTO: nome di origine greca ("incidere col fuoco") che designa quella tecnica pittorica che utilizza la cera riscaldata come legante per i pigmenti. E' chiamato impropriamente così anche un modo per incerare il mobile.
GOMMALACCA: è ottenuta dalle secrezioni dell'emittero femmina Kerria lacca, viene raccolta dalla corteccia degli alberi su cui lo deposita per ottenere una salda presa sull'albero. La gommalacca comune, una volta purificata, si presenta in scaglie di colore ambrato, dà un rivestimento di durevolezza e durezza superiori viene impiegata soprattutto per la finitura del legno. La gommalacca è un polimero naturale ed ha una composizione chimica simile a quella dei polimeri sintetici, ed è quindi considerata una plastica naturale. Può essere modellata a caldo, per cui è classificata anche come termoplastica
GOMMALACCA DECERATA: i
n commercio si trova purissima in scaglie, sbiancata e depurata dalle sostanze coloranti. Vedi anche DECERARE
GOMMALACCA DECERATA IN SOLUZIONE: è una miscela di gommalacca decerata naturale in soluzione alcolica incolore pronta all'uso, una volta applicata è completamente trasparente. In iconografia si utilizza questo tipo di gommalacca che viene usata soprattutto come vernice finale per fissare e proteggere le zone dorate dell'icona
OLIFA: è un olio di lino cotto di tradizione russa, viene applicato in strati molto sottili come protettivo finale delle icone. Ha una duplice funzione, quella di proteggere i colori dall'azione dell'umidità, della luce e dell'aria; ma aggiunge anche profondità ai colori conferendo più trasparenza e donando un tono dorato all'icona. Va applicata circa tre mesi dopo aver terminato di dipingere l'icona per dar modo alla pittura di asciugarsi completamente. All'olifa solitamente viene aggiunto un essiccante e va scaldata al sole per qualche ora prima dell'utilizzo. E' una operazione molto delicata per mani esperte poiché si corre il rischio di rovinare tutto il lavoro fatto.
In ogni caso l'olifa rappresenta il modo più sicuro e a detta di molti il migliore per conservare un'icona, in quanto penetra in tutti gli stati della pittura fino all'intonaco. Non c'è paragone con nessuna vernice protettiva, a dimostrarlo c'è la brillantezza delle antiche icone giunte fino a noi e protette con l'olifa. 
PENNELLI: generalmente tre sono le tipologie di pennelli utilizzati suddivisi in base al tipo di pelo:
vajo - si utilizzanno praticamente per tutto per la loro morbidezza
martora - usati solo per la grafia e per l'assist per la maggiore tenuta della punta in interventi di precisione
sintetici - usati per l'uso della gommalacca, dell'olifa e altri prodotti a protezione dell'icona, la gessatura della tavola
  
PIGMENTI: colori naturali, minerali o sintetici in polvere. Le proprietà principali che un buon colore deve possedere sono la resistenza alla luce, unirsi al fondo bianco e resistere ai materiali ai quali vengono uniti. Oggi possiamo classificare due diverse categorie di colore:
colori organici - si trovano nelle sostanze vegetali e animali.
colori minerali - si trovano in natura e sono anche prodotti dalle industrie. Tre sono i gruppi più diffusi: i colori composti da sali, quelli composti da ossidi di metallo e quelli formati da idrati metallici.

I pigmenti utilizzati dagli iconografi si possono classificare attraverso le tinte, ecco i principali:
BIANCO: bianco di Meudon, bianco gesso, bianco di zinco, bianco di Titanio;

GIALLO: giallo di cadmio, giallo indiano, giallo di Napoli, giallo limone;
OCRA: ocra gialla, ocra rossa, terra di Siena, terra di Siena bruciata;
ROSSO: rosso Helios, lacca di porpora, rosso di cadmio, rosso di Spagna, rosso inglese, rosso ercolano;
BLU: oltremare, blu di Prussia, blu ceruleo, blu di cobalto, indaco;
VERDE: verde veronese, verde di cobalto, verde di cromo, verde smeraldo, verde inglese;
NERO: nero di osso, nero d'avorio, nero di vite.


DORATURA
DORATURA: applicazione dell'oro in lamina o in polvere su supporti diversi. Due le tecniche principali di doratura: a bolo e a missione
AGATA: pietra dura, varietà del calcedonio, striata in vari colori grigio, verde, rosso, azzurro). Modellata in una sorta di punta lunga e arrotondata, di varie forme e misure; anticamente veniva inserita all'estremità di un manico e utilizzata allo scopo di lucidare le superfici dei mobili. Vedi BRUNITOIO
ASSIST: sottili colpi di luce, striature d'oro o di colore molto luminoso, che irradiano dal volto, dalle vesti (persino a volte dagli edifici); esprimono santità e illuminazione, deificazione della carne, una vera e propria teologia della luce. Sta ad indicare la gloria, l’irradiarsi della luce divina. Si effettua utilizzando le foglie d'oro a decalco.
La differenza tra ASSIST e  CRISOGRAFIA si distingue a occhio nudo, la prima effettuata con loro in foglia, per il suo aspetto metallico rifrange maggiormente la luce, a differenza della seconda che ne assorbe un po' risultando più spenta.
BOLO: è una pasta argillosa macinata finissima utilizzata come base per la doratura
BOMBASINO VAJO: Pennello in morbidissimo pelo di vajo con legatura in penna d'oca. Strumento indispensabile per la buona messa in opera della foglia d'oro e d'argento
BRUNITOIO: chiamato anche pietra d'agata essendo realizzato con questa pietra inserita in una ghiera in ottone e manico in legno verniciato. Disponibile con punte di varia forma e dimensione, è uno strumento professionale che serve a comprimere e rendere lucido l'oro una volta asciutto il bolo sottostante. Vedi AGATA
BULINO:  attrezzo con una o due punte con alla sommità una pallina di diverse dimensioni, viene utilizzato per decorare l'oro messo sull'icona con il bolo. Esistono anche bulini a punta utilizzati per l'incisione.
COLTELLO DA DORATORE: viene utilizzato per tagliare la foglia d'oro, ha una forma rettangolare ed è affilato da entrambe i lati, va usato con estrema cura, la lama non va toccata con le dita, in tal caso va sgrassata con alcool. E' utile anche per prelevare la foglia d'oro dal libretto e porla sul cuscinetto
CUSCINETTO DA DORATORE: è un cuscino specifico per doratore, realizzato in morbidissima pelle scamosciata, consente di depositare e lavorare la foglia d'oro per tagliarla nella misura voluta prima dell'applicazione sull'oggetto da decorare. Le sue dimensioni sono solitamente di cm. 19x29

FOGLIA D'ORO: sottilissima lamina d'oro zecchino che viene applicata nella tecnica della doratura al supporto ligneo preventivamente preparato. Può essere oro libero oppure a decalco.  Vedi ORO ZECCHINO
LANA D'ACCIAIO: si presenta come un pannetto arrotolato, in iconografia si utilizza quella a grana extra fine "0000", che serve per ottenere una superficie perfettamente levigata del bolo su cui verrà poi posizionata la foglia d'oro
MISSIONE: la missione è un adesivo che consente alla foglia d'oro di aderire al supporto. Esistono molti tipi di missione, all'acqua, all'alcool o a vernice. E' una fase importantissima della preparazione della tavola, perché da come è preparato il fondo dipende anche il risultato finale, ogni piccola imperfezione infatti verrà poi esaltata dalla foglia d'oro.
MISSIONE ALL'ACQUA: adesivo a base di copolimeri acetato-vinilici in dispersione acquosa, per incollaggi istantanei (10 min.) di metalli in foglia su supporti posti all'interno dell'abitazione, a media porosità come legno, gesso, stucco, carta etc.,
E' la doratura più semplice e veloce, con questo tipo di missione si utilizza l'oro in foglia a decalco, più facile da maneggiare dell'oro libero che è utilizzato per la doratura con il bolo. Entrambe sono venduti in appositi libretti.
MISSIONE ALL'ALCOOL: adesivo a base di resina acrilica in dispersione idro-alcolica, per incollaggi rapidi (30 minuti) di metalli in foglia.
Anche la missione all'alcool è indicata per la decorazione di superfici e supporti posti all'interno, ma realizzati in materiali compatti e lisci come il metallo, il vetro, la plastica, etc.

MISSIONE A VERNICE: adesivo a base di olii, con tempo di essiccazione di 3 ore, ovvero, che sviluppa il suo potere adesivo dopo circa 3 ore dall'applicazione. E' ideale per incollaggi di metalli in foglia sia su superfici a media porosità (legno, gesso, stucco, carta etc.), sia su supporti compatti e lisci (metallo, vetro, plastica, etc.). Si utilizza un pennello con il pelo di martora per stenderla.
La missione a vernice può essere utilizzata per la decorazione di superfici poste sia all’interno che all’esterno.

ORO ZECCHINO: si trova in commercio in foglie collocate in speciali libretti nei formati: 8x8, 9x9 e anche 10x10. Esistono foglie d'oro a decalco, dove l'applicazione dell'oro viene facilitata dalla presenza di una velina posta sopra ogni foglia per sostenerla, e rendere quindi piu facile sia la presa che la posa. Le foglie d'oro libero sono invece utilizzate per la doratura a bolo, qui la foglia non deve essere toccata con le dita e, durante l'uso, occorre fare attenzione ad eventuali spifferi d'aria (addirittura alla respirazione), perché, essendo leggerissima potrebbe arricciarsi e volare via. L'oro va conservato in luogo asciutto, e prima dell'uso, è consigliabile tenere il libretto vicino ad una blanda fonte di calore
PENNELLO DA DORATORE: chiamato anche pennellessa, è indispensabile per prendere la foglia d'oro e adagiarla sulla tavola da dorare. 

La pennellessa è piatta con l'impugnatura in cartone, realizzata in morbidissimo pelo di vajo. Prima di utilizzarla solitamente si passa la pennellessa sul palmo della mano, dopo averlo spalmato di crema così da permettere un'adesione maggiore della foglia d'oro libero
PUNTASECCA: è uno strumento con punta molto acuta e affilata di acciaio a sezione conica utilizzata per incidere. Viene usata dagli iconografi per incidere i contorni che delimitano le parti da dorare. 
Con il tempo ha anche dato il nome ad una particolare tecnica incisoria utilizzata per incidere disegni su metalli senza l'utilizzo di acidi.


TAVOLA
TAVOLA: la scelta della tavola da dipingere è un elemento molto importante in quanto se il legno è buono aiuta a conservare la pittura nel tempo ed evita così il deterioramento. A seconda della scuola iconografica, del periodo e del luogo, varia la scelta del legno per le icone. In Russia ne vengono prediletti alcuni. quello più utilizzato è il tiglio, ma anche il faggio, il frassino, la quercia e la betulla; in Grecia e nei paesi mediterranei, si prediligono invece i legni di pioppo, quercia e platano ecc.
Veniva scelta la parte esterna di un tronco, si eseguiva il taglio nel senso della fibra, traendone una tavola dello spessore di qualche centimetro e della lunghezza voluta, tavola che veniva spianata accuratamente sulla fronte e sul retro. In Russia scavavano sulla parte frontale un piano leggermente arretrato rispetto alla superficie, in modo tale che sui quattro lati emergeva un bordo più elevato sia per ospitare la pittura che per fare da cornice (vedi CULLA e CORNICE). 
La tavola così ricavata veniva lasciata stagionare per anni dedicando particolare cura ad evitare che esso si incurvasse per sbalzi di temperatura (vedi STAGIONATURA e IMBARCATURA). Le tavolette venivano rinforzate con stecche di legno più duro incastrate sul retro con metodi ed in posizioni diverse secondo le epoche (vedi ZEPPE a CODA di RONDINE).

BORDO ROSSO: segna il confine tra realtà visibile invisibile, corre lungo tutto il bordo della tavola
COLLA di CONIGLIO: conosciuta anche come colla Lapin, la colla di coniglio è un collante di origine animale derivato dai cascami opportunamente trattati. Si presenta sotto forma di grani, viene fatta rinvenire scaldandola a bagnomaria e poi utilizzata nella realizzazione di numerosi prodotti per la doratura e come legante nella gessatura delle tavole 
CULLA e CORNICE: incavo realizzato a colpi di scalpello nella parte centrale sulla faccia anteriore della tavola, è contornato dai bordi laterali che formano una cornice alla zona centrale destinata alla pittura
GESSATURA:consiste nel distendere, con un pennello, uno strato di gesso colloso (colla di coniglio) misto a polvere fine di alabastro il tutto a caldo sulla tavola sia direttamente sul legno che su una tela di lino  In seguito preso uno scalpello si spianava la superficie gessosa (Levkas) distendendovi una decina di strati dell'impasto avendo sempre cura che lo strato precedente fosse bene indurito.
vedi anche COLLA DI CONIGLIO e LEVKAS
IMBARCATURA: deformazione di una tavola causata dal diverso ritiro delle fibre, oppure dovuto ad un carico eccessivo nella parte centrale, che assume così una forma arcuata
STAGIONATURA: operazione finalizzata a rendere stabile il legno attraverso un'opportuna essiccazione
TELA DI LINO (pavoloka): è una tela robusta di trama regolare, di misura di poco superiore al formato della tavola, che viene incollata sulla superficie con COLLA di CONIGLIO e pressata sulla tavola per far fuoriuscire eventuali bolle d'aria e tirata sugli angoli per eliminare le pieghe. Dopo una perfetta asciugatura si procede con la GESSATURA. Questa tela oltre ad avere un significato simbolico che si rifà al lino in cui Gesù impresse il Santo Volto, ha una evidente funzione di utilità, che permette allo strato di pittura di resistere maggiormente alle sollecitazioni provocate dai movimenti del legno.
ZEPPE a CODA di RONDINE: così chiamate per il particolare metodo d'incastro in cui una parte del legno ha il bordo tagliato a cunei e l’altra presenza delle sporgenze uguali alle parti intagliate, sporgenze ed intagli si incastrano fra di loro. Le zeppe vengono inserite generalmente in liste collocate sul retro della tavola, con la fibra in senso perpendicolare rispetto a quella del pannello, consentono al legno un certo movimento ma frenano l’incurvamento o imbarcatura.

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