Pigmenti antichi

Anticamente i colori avevano tecniche di preparazione molto accurate, la più utilizzata era la macinazione, ovvero, venivano macinati finemente in un mortaio fino ad ottenere una polvere finissima che si conservava in vasetti di vetro. La polvere, così ottenuta, veniva impastata nelle giuste proporzioni con il legante prescelto seguendo antiche ricette pittoriche, ed anche in base al supporto su cui dipingere.
Altre tecniche per la preparazione dei pigmenti oltre la macinazione di minerali, sono la calcinazione o la cottura di sostanze animali o vegetali ed i processi chimici.


In base alla loro origine, i pigmenti sono distinti in naturali e artificiali ed, in base alla loro composizione, in chimici, organici e minerali.

I colori minerali erano i più utilizzati anticamente in quanto offrono, rispetto a quelli animali e vegetali, caratteristiche di maggiore stabilità fisica e chimica. 
Si trovano in natura e sono anche prodotti dalle industrie. Tre sono i gruppi più diffusi: i colori composti da sali, quelli composti da ossidi di metallo e quelli formati da idrati metallici, ed è proprio dalla qualità della loro natura di questi elementi che dipende la stabilità dei colori, che è perfettamente stabile quando la combinazione dell'ossigeno con un metallo è satura.


I colori animali e vegetali che si trovano appunto in queste sostanze vegetali e animali, erano invece maggiormente utilizzati per la composizione delle lacche. Già dall'antichità, per ottenere un colorato di polvere, si univano i coloranti naturali con una sostanza minerale incolore. Queste polveri vengono chiamate "lacche", esse modificano il loro colore con l'esposizione alla luce. Dopo un processo industriale, è possibile ottenere i colori organici partendo dagli idrocarburi naturali, e la loro resistenza dipende strettamente dai gruppi chimici di base, e per questo motivo non otteniamo così la perfezione.


Le proprietà principali che un buon colore deve possedere sono la resistenza alla luce, unirsi al fondo bianco e resistere ai materiali al quale viene unito.
Le caratteristiche chimico - fisiche di ciascun pigmento si distinguono in base a tre parametri fondamentali che riguardano le incompatibilità e le alterazioni, il loro potere coprente e il potere di assorbimento dell’olio.
Il potere coprente di un pigmento è direttamente proporzionale alla forma ed alla finezza dei suoi grani ed al loro indice di rifrazione.
Non tutti i pigmenti possono essere usati indifferentemente con le varie tecniche pittoriche. Le tecniche delle antiche coloriture sono utilizzate ancora oggi e si preparano personalmente, acquistando pigmenti nei colori voluti per elaborarli poi con leganti naturali come l’uovo, il miele, il lattice di fico oppure, con gomma arabica o gomma di ciliegio, ed ancora, per la realizzazione delle lacche, dove vengono sciolti nella gommalacca.




I pigmenti utilizzati si possono classificare attraverso le tinte, ecco le principali con i 10 pigmenti base per un iconografo alle prime armi, sono gli stessi pigmenti che mi hanno fornito al primo corso di iconografia che ho fatto nel 2005:

BIANCO: bianco di zinco, bianco di Titanio

GIALLO: giallo cadmio chiaro
OCRA: ocra gialla, terra d'ombra naturale
ROSSO:
rosso ercolano, rosso di cadmio chiaro
BLU: oltremare
VERDE: terra verde
NERO: nero d'avorio.

Negli anni ho aggiunto altri pigmenti acquistandoli man mano anche in base ai colori che richiedeva l'icona che dovevo realizzare:
BIANCO: biacca
GIALLO: giallo cadmio scuro, giallo cadmio oro, giallo di Napoli, jarosite chiara, giallo Napoli rosato (utile per gli incarnati), arancio di cadmio
OCRA: ocra gialla chiara, ocra scura, ocra calda d'Italia, ocra d'oro, aureolina, terra d'ombra bruciata, terra di Siena naturale, terra di Siena bruciata
ROSSO: ematite armena, rosso cadmio scuro, cinabro, rosso inglese, rosso cocciniglia.
BLU: blu di prussia, oltremare celeste, indaco, azzurrite, lapislazzuli, ceruleo, verde oltremare.
VERDE: verde nicosia, terra verde calda, dioptasio, malachite verde

Ultimamente ho acquistato il pigmento seppia per la grafia, era tanto che volevo sperimentarne l'utilizzo con la grafia e nelle prime ombreggiature ancor prima di stendere il sankir. Devo dire che i risultati sono più che soddisfacenti penso che proseguirò su questa strada.

Questi gli ultimi pigmenti acquistati che sto sperimentando:  carminio d'alzarina, cinabro imperiale, oltremare rosa, oltremare violetto, verde permanente, verde smeraldo, verde vescica, blu milori. 





Documentandomi sull'infinita la gamma dei pigmenti antichi utilizzati nei secoli, ho visto che solitamente vengono elencati suddividendoli in base alle tinte. Trovo utile seguire lo stesso schema descrivendo sinteticamente le loro caratteristiche principali.
 


Gli AZZURRI

AZZURRITE è un pigmento di origine naturale estratto dalle miniere di rame assieme con la malachite. Per la preparazione del colore, così come argomentano antichi trattati, il minerale una volta purificato, va rielaborato con acqua insieme alla gomma arabica, alcuni trattati indicano di mescolarvi anche del miele. L’azzurrite viene usata dal medioevo fino al XVII sec. Questo pigmento si trova in commercio anche sotto il nome di “azzurro della magna perché fino alla metà del’ 1600 proveniva dai paesi tedeschi e fu chiamato anche “azzurro di montagna o azzurro citramarino
L'azzurrite anticamente veniva usata a tempera su muro sopra una base rossa di sinopia e nero di vite. Annerisce tendendo spesso al tono verde per la sua tendenza a trasformarsi nel carbonato basico verde, ciò spiega perché molte pitture murali, realizzate a campiture celesti sono divenute con il tempo, più o meno verdi.
LAPISLAZZULI o oltremare naturale (o azzurro ultramarino) è di origine naturale e deriva dalla macinazione di una pietra semipreziosa composta da lazulite. Questo pigmento, già noto alle civiltà mesopotaniche e agli egizi ed ancora più fiorente in epoca romana, viene usato con sempre più grandi capacità artistiche dal XIV al XV sec. In questo periodo storico vengono perfezionati antichi metodi di preparazione e, il lapislazzuli, è così preparato ed impastato a caldo, con cere, oli e resine, poi, trattato con liscive a base di cenere, per separare il colore dalle impurità. Il nome “oltremarino deriva dal fatto che questo pigmento veniva importato dall’oriente per via mare, mentre il nome lapislazzuli deriva da lapis = pietra e  lazward = azzurro (in persiano).  Dato il suo alto costo è stato usato raramente dagli antichi dove ad esempio, per la tecnica ad affresco, spesso veniva sostituito con l’azzurrite. E’ preferibile usarlo a tempera perché se mescolato con oli siccativi diventa scuro e opaco. Questo pigmento tende ad ingrigire.
BLU DI SMALTO è un vetro colorato di blu con l’aggiunta di ossido di cobalto. Si usa a tempera o ad affresco poiché con l’olio si opacizza ed ingrigisce. Ebbe larghissimo impiego negli affreschi dal XVI al XVIII sec., fino a che nel 1800 non venne sostituito dall’attuale blu di cobalto artificiale.
INDACO è un colore di origine vegetale ricavato dalla pianta indiana indigofera tinctoria, o estratto dalla erba gualda coltivata nelle zone di Gualdo Tadino presso Nocera Umbra. L’antica preparazione consisteva in una prima fermentazione in acqua dopodiché aggiungendo della calce, e dopo una breve ossidazione all’aria, si formava il pigmento color blu. Anticamente si usava insieme alla biacca (ad olio)  per ottenere un colore simile all’azzurrite. Buono per la pittura ad olio e per la coloritura delle stoffe.
BLU OLTREMARE è un pigmento inorganico di colore blu si può definire un calcare mineralizzato. Esiste anche la versione ottenuta artificialmente con una miscela di silicato di alluminio e solfuro di sodio il cui costo è molto inferiore. Ha caratteristiche abbastanza simili al pigmento naturale con la differenza che non presentando impurità ha un colore più omogeneo, è coprente ed è largamente utilizzato dagli iconografi.

I BIANCHI


Il bianco è uno dei colori più utilizzati in iconografia sia per gli schiarimenti che mescolato ad altri pigmenti, a volte è utilizzato anche in sostituzione dell’oro.
BIACCA detta anche bianco di piombo o cerussa  è di origine minerale se estratta dalla cerussite o di origine artificiale quando è tratta dal carbonato basico di piombo. Fin dall’antichità viene usata la biacca artificiale, solo dal 1800 si passa alla cerussa, e si comincia a considerare tossica la biacca contenente appunto bianco di piombo. Offre una particolare trasparenza all'utilizzo del bianco e si usa prevalentemente in ampie velature. Buona per tempera, ancora migliore nella pittura ad olio se mescolata con leganti oleosi.

BIANCO TITANIO e BIANCO ZINCO sono solfati ricavati da metalli (titanio e zinco). Sono i due bianchi usati principalmente dagli iconografi, vengono spesso miscelati insieme. Il biossido di titanio è l'unico ricavato dal metallo che è usato come pigmento, è stabile ed ha potere coprente, mentre lo zinco è più trasparente e tende a scomparire nel tempo.
BIANCO di SAN GIOVANNI detto anche bianco di calce è di origine minerale. Usato fin dall’antichità nella pittura a fresco, in quanto è stabile alla luce a all’umidità.

I ROSSI

I pigmenti rossi sono fra i più antichi usati dall’uomo e sono comunemente le “terre a base di ossidi di ferro dette anche “terre rosse  o  “ocre rosse come il ROSSO VENEZIANO, il ROSSO INDIANO e l’EMATITE. Quest'ultima è un colore rosso scuro tendente al bruno, solitamente è utilizzato per il maphorion della Vergine. Sono ottimi usati in tutte le tecniche pittoriche.
ROSSO PORPORA è un colore organico di origine naturale che deriva da un mollusco. E' un colore molto prezioso, veniva usato quasi esclusivamente al tempo dei Romani soprattutto per la tintura di tessuti di pregio ed anche per decorare manoscritti. 
Qualche parola in più per il colore ROSSO CINABRO (Cinabrum) che è ricavato dalla macinazione del minerale omonimo contenente solfuro di mercurio. Di notevole effetto l'uso del cinabro per velature. Tale minerale si può trovare in giacimenti ancor oggi, in Italia sono le miniere del Monte Amiata in Toscana. In Cina durante le dinastie Shang e Chou era considerato uno dei più importanti materiali dell'arte pittorica e dell'alchimia. In Occidente sembra sia stato impiegato solo dal VI secolo a.C., nel mondo greco-romano si conosceva solo il cinabro naturale, il processo artificiale di preparazione del pigmento sarebbe stato introdotto in Occidente attorno all'ottavo secolo dagli Arabi. 

I GIALLI

OCRE GIALLE sono pigmenti di origine minerale usati fin dalla preistoria, composti da ossidi di ferro idrati, silicati e argille. Il loro componente principale è la limonite. La loro tonalità varia a seconda del loro luogo di provenienza. Se usati con oli tendono a scurirsi.
GIALLO di CADMIO è un pigmento inorganico derivato dal solfuro di cadmio. Ha un buon potere coprente e una tonalità che varia dal giallo limone all'arancio a seconda del metodo di preparazione. 
GIALLO di PIOMBO e STAGNO è detto anche “giallorino  oggi denominato più comunemente come giallo di Napoli.  Questo colore era già noto ai babilonesi, ma solo a partire dal XV sec. viene comunemente usato in pittura e  la sua preparazione comincia così ad essere inserita in antichi trattati.
LITARGIRLO è monossido di piombo e si ottiene riscaldando la biacca a 300°. E’ buono se usato con leganti oleosi, ma è tossico ed annerisce se viene a contatto con pigmenti contenenti zolfo.
ORPIMENTO è un minerale giallo associato al solfuro di arsenico (realgar). Già noto agli egizi, i greci lo chiamavano arsenicon. Nel medioevo si comincia a produrlo artificialmente facendo reagire insieme lo zolfo con il realgar. Molto utilizzato anticamente, abbandonato poi nel secolo scorso a causa dell'alta tossicità, annerisce a contatto con quei pigmenti che contengono zolfo.
JAROSITE: è un pigmento naturale minerale già utilizzato al tempo degli egizi il cui nome deriva dalla località dove è stato scoperto. Ha un colore variabile dal giallo ocra al giallo bruno.

I NERI

Fin dall’antichità i pigmenti neri sono di origine artificiale e si ottenevano dalla carbonizzazione di materiali organici le cui fuliggini venivano raccolte con metodi diversi:
NERO ANIMALE come il nero di avorio (per gli affreschi);
NERO FUMO o nero di lampada (ha una tonalità lievemente azzurra);
NERO VEGETALE o nero di vite o di carbone.

I VERDI

TERRA DI VERONA o terra verde è di origine naturale. Fin dall’antichità è usata a tempera e ad affresco.
VERDE BRENTONICO ottenuto dai minerali estratti dal monte Baldo.
MALACHITE è un minerale (rame associato all’azzurrite). Si presenta come un colore verde bottiglia molto chiaro, solitamente ha una macinazione grossolana necessità perciò come per il lapis di un ulteriore pestaggio in un mortaietto in ceramica. Viene utilizzata in tutte le tecniche.
DIOPTASIO: è un pigmento ricavato da una pietra minerale dal colore verdastro. Questo nome gli fu dato a inizio 800 da un abate francese René Just Hauy, deriva dal greco  (attraverso) e  (vedo). Viene utilizzato nei manti e nelle vesti e anche come velatura di altri pigmenti.
VERDERAME fin dall’antichità è stato usato in tutte le tecniche eccetto che per l’affresco, in quanto questo pigmento deve essere stemperato con oli e resine per divenire brillante e molto velato. Si ha così il resinato di rame usato per le “velature. E’ buono usato sulla carta dopo essere stato temperato con rosso d’uovo. Non si deve mai mettere il verderame a contatto con la biacca in quanto, per reazione chimica, si decompongono. 

I BRUNI

TERRA D'OMBRA NATURALE è di origine minerale. Se usata ad olio si altera per l’alta percentuale di legante che riesce ad assorbire. Comincia ad essere usata a partire dal XV sec. per eseguire le ombre dei visi e dei panneggi, da qui la denominazione di “ombra.
TERRA D'OMBRA BRUCIATA si ottiene per calcinazione della terra d’ombra naturale. Ha un tono più caldo ed è più coprente della terra naturale.
TERRA di SIENA è composta da ossidi ferro e argilla ed ha un colore più caldo e rossiccio. Simile per colore e composizione è la sinopia usata negli affreschi per i disegni preparatori. 
BITUME è conosciuto fin dall’antichità, ma è solo dal 1500 che comincia ad essere usato come pigmento elaborato esclusivamente con leganti oleosi in quanto idrorepellente. Si usa per le velature perché ha un basso potere coprente, inoltre va mescolato con sostanze siccative perché non asciuga (a circa 35° ricomincia ad ammorbidirsi).
BRUNO VAN DYCK o terra di Cassel (in Cecoslovacchia) o terra di Colonia (in Germania) veniva estratto dai giacimenti di torba e lignite situati presso queste due città. Solo a partire dal XVIII sec. si chiamerà van dyck perché questo pittore ne fece un grande uso.  Si può elaborare artificialmente facendo cuocere a 300° in recipienti chiusi ermeticamente, radici e corteccia di faggio. Ottimo per la pittura ad olio. Non tollera i solventi acquosi.
SEPPIA è un colore organico naturale ricavato dalla secrezione delle seppie. In origine veniva usato dagli antichi come inchiostro e, dal XVIII sec. è usato in pittura con la tecnica ad acquerello. E’ il tipico colore usato anche nelle monocromie su pergamena elaborato spesso con biacca diluita in olio di lino crudo e, successivamente, con il bianco di S. Giovanni diluito con chiara d’uovo.


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