martedì 8 settembre 2015

Natività della Vergine Maria

Giotto, Natività della Vergine, 1304
Quasi tutte le solennità principali della vita di Maria sono di origine orientale, così lo è anche la Festa odierna, la Natività, celebrata oggi sia dalle chiese d’Oriente che dalle Chiese d’Occidente.
Nella Chiesa latina è stata introdotta alla fine del sec. VII da un papa di origine siriana san Sergio I. In origine era la festa della dedicazione della basilica di sant’Anna in Gerusalemme sorta nel IV secolo, in quel luogo che la Tradizione indicava come la sede dell’umile dimora di Gioacchino ed Anna, lontani discendenti di Davide, genitori di Maria santissima.
La Festa che si celebra oggi è sì la Natività della Madre di Dio, ma il vero significato di questo evento, è un fatto di una grandezza incommensurabile, l'incarnazione del Verbo, Dio si è fatto carne nel grembo di Maria.
Questo fatto fà si che di Maria (ma anche di Cristo e di San Giovanni Battista), non si festeggia solo la "nascita al cielo", come avviene per tutti gli altri santi, ma anche la sua venuta in questo mondo. Con la nascita di Maria ecco svelarsi il passo più importante che Dio preparò nei secoli per attuare il suo eterno disegno d'amore, disegno in cui l'umanità è chiamata a collaborare alla salvezza del mondo.

sabato 15 agosto 2015

Raccolte d'immagini per iconografi


Il 15 agosto lo ricordano tutti come Ferragosto, ma questa data è ben più importante, si festeggia l'Assunzione della Beata Vergine Maria, questo è il mio regalo per voi in questa ricorrenza.

Giotto, Morte della Vergine, tempera e oro su tavola (74,7x173,4) Gemaldgalerie Museo di Berlino
Il 15 agosto Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica festeggiano lo stesso evento cioè il trapasso della Vergine Maria verso il Paradiso indicandone due momenti diversi, la prima predilige con la Dormitio Virginis il momento della deposizione, la seconda il momento della sua Assunzione in cielo, rappresentandola circondata da Angeli mentre sale verso il cielo.
La "dormitio virginis" di Giotto segue l'iconografia ortodossa.
Maria è adagiata nel sarcofago, circondata da Angeli con a fianco gli Apostoli, è il momento della deposizione, un apostolo la sorregge e gli angeli che tengono i lati del sudario la calano nel sepolcro.
In piedi accanto a lei si erge al centro la figura di suo figlio, Gesù Cristo, che l'accompagna nel suo transito accogliendo tra le braccia la sua anima, qui rappresentata da Maria bambina.
E' particolarmente bella la figura di Cristo sorridente che coccola una bimba, che è sua madre, proprio come lei aveva fatto centinaia di volte con lui.

Ma ai miei amici iconografi desidero fare anche un altro regalo.

Carissimi,
da anni ormai raccolgo immagini che mi sono utili come esempi per l'iconografia, lo scorso anno sono approdata su pinterest che ha una raccolta infinita d'immagini di ogni genere, mi ci sono buttata a capofitto e ho pensato che era una bella occasione per fare una selezione delle immagini della mia raccolta e metterle a disposizione degli amici, e così ho fatto.
Nel'arco di un anno ho pubblicato solo le immagini che considero più belle e che mi sono state utili per il mio lavoro, così man mano ho creato diverse sezioni che vi linko qui sotto se vi possono interessare:
e l'ultima in ordine di creazione in previsione del prossimo corso di Busto

Ho anche messo altre sezioni più tecniche come:

e non potevo tralasciare le mie icone che ho pubblicato in questo blog

Ripeto non è mia intenzione realizzare una raccolta esaustiva, sono semplicemente le immagini che hanno colpito me e che ho cercato per approfondire con esempi durante la realizzazione di mie icone.
Se qualcuno desidera partecipare ad incrementare la raccolta è sufficiente che mi avvisi che la/lo inserisco tra le persone che possono aggiungere immagini, ovviamente deve però avere un account su pinterest, cosa che vi suggerisco in ogni caso di fare.




sabato 8 agosto 2015

In questo caldo d'agosto spero di strapparvi un sorriso

Carissimi amici iconografi, vi presento il mio amico Bruno, autore del blog "vinoemirra", persona estremamente lieta, ma soprattutto eccellente medico anestesista, da lì il titolo del blog.
Insomma per farla breve ha pubblicato un bellissimo e divertente post in cui spiega l'icona di Cristo Pantocratore in una serie di domande e risposte tra lui e il don. Sorrido ogni volta che la rileggo, spero di strappare un sorriso anche a voi.


Salvatore del Chilandari - Monte Athos Icona di scuola serba, XIII Secolo

L'icona del don

Pare che questa sia la società dell’immagine.
La comunicazione, in primis, è immagine: la tv spadroneggia, nessuno la ascolta e tutti la guardano; i titoli dei giornali tradiscono il testo dell’articolo, si sa: tanto vale guardare la foto a colori in centro pagina.
Ed ecco risaltare la brillantina del premier, il lifting dell’attrice, le forme rifatte della soubrette.


L’importanza dell’immagine, però, è tutto tranne che una acquisizione recente.
Ci pensavo osservando un’icona di Cristo Pantocratore.
Il mio don dice che c’è tutto un vangelo in questa sola immagine.

- Oddio, bella è bella ma…   don, non ti sembra di esagerare?

DON - Niente affatto: siamo talmente abituati a vedere immagini che non le sappiamo più guardare davvero. Prendi ad esempio questa icona, un  busto del Cristo benedicente con il Vangelo. Punto e basta? Ce ne sono tante. Tutte uguali? Mica tanto. Questo è  Cristo Pantocrator (dal greco “Pan” cioè tutto e “Kratos” potere. Cristo governa tutto l’Universo. 

- Vabbè,  don, mica mi incanti col "grecorum"... la potevano chiamare altrimenti… 

DON - Zitto, miscredente! I lineamenti storici del Cristo adulto vogliono testimoniare l'autenticità dell'Incarnazione, e la Redenzione attraverso il sacrificio della Croce viene inscritta nel nimbo insieme con la rivelazione del nome divino di Es 3,14: O N ( " Io Sono Colui che Sono " ). “Io Sono” è il nome di Dio, secondo Mosè, e qui è attribuito a Gesù; a lui si piegano tutte le lettere greche dell’acronimo, per rendere omaggio al Sovrano Giudice.   

­- ehm… scusa, don… “nimbo”? Nimbo kid? 

DON- ‘gnorante! Il nimbo (ovvero stichos o clavus), è il cerchio inscritto attorno al capo di Cristo, che riceve la luce divina e la rimanda.. Attorno al volto sono poste le abbreviazioni greche ICXC per il nome "Gesù Cristo ". 

- E, don… tutto quest’oro? Non siamo noi per una chiesa povera? 

DON - Povero me! L’oro è simbolo di regalità, è ovvio! E poi questo sfondo così… luminoso, non ti dice proprio nulla? 

- La luce! 

DON- Certo che sì, Cristo è la luce che vince le tenebre. Vatti a rileggere il prologo del Vangelo di Giovanni, o anche la sua prima lettera. "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta." E ancora "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" Qui tutto è luce, una Luce divina soprannaturale, rivelata dal Redentore ai discepoli sul monte Tabor: “E si trasfigurò davanti a loro;  il suo volto divenne brillante come il sole, e le sue vesti bianche come la luce”. 

- E ok, don, ok. Però quello sguardo…. Che vuole questo da me? 

DON - Bella domanda. - Questo volto maestoso e grave, questi occhi penetranti, ti fissano. Ti ricordi lo sguardo di Gesù, quando guarda il giovane ricco? Guardatolo, lo amò, dice il vangelo. E lo sguardo che Gesù riserva a Pietro subito dopo il triplice tradimento? Basta a far fuggire il discepolo e ad annegarlo nel pianto. Qui invece accenna un sorriso: affanno, dubbi, dolori, tutto scompare. Rimani solo con lui e hai la sensazioni che non manchi più nulla. 
- E poi, guarda meglio: il volto è costruito entro due centri concentrici. Il primo, centrale, più piccolo, comprende occhi e naso. E’ un cerchio di luce. Risplenda su di noi Signore la luce del tuo volto” (Sal 4,7) 
- Gli occhi sono la porta della luce sul mondo. Il meccanismo fondamentale della conoscenza. E chi è che conosce se non Dio stesso? “La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio; se il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce” (Mt 6,22). 
Nel naso invece soffia lo Spirito del Dio vivente, che scende a gonfiare il collo. Questo primo cerchio indica la natura divina di Gesù. Il secondo cerchio del volto, invece, comprende la bocca, ma anche la barba ed i capelli. Qui c'è molta meno luce. 

- Va bè. E allora? 

DON - Dai! E’ facile! La bocca serve a mangiare, no? Rimanda alla carne, no? E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; Gesù assume in pieno la nostra umanità, con i suoi limiti, la necessità di mangiare (la bocca), la necessità di coprirsi (capelli e barba). C’è il sapore dell’esistenza umana nella sua totalità. Ci sei anche tu, con la tua storia e il tuo dolore. I due cerchi sono il connubio fra Cielo e terra. Nei due cerchi concentrici si fondono le due nature, umana e divina. 

- Mmmmmmhhhh interessante. 

DON - Oh, ma c’è dell’altro, sempre nel volto, da osservare. 

- Ancora? 

DON - Ti faccio uno scherzetto. Copro con un foglio la metà sinistra del volto di Gesù. Cosa vedi? 
- Il lato destro della sua faccia è sereno, imperturbabile. Misericordioso direi; trasmette Pace divina; l’intensità dello sguardo di un Dio che non ci abbandona mai. 
- Ti ricorda niente? Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo… 
- Ora copro la metà destra della faccia di Gesù. Che vedi? 

-  E’ diversa! Sembra uno che gli hanno pestato un callo! 

DON - Mettiamola così. E’ il volto dei dispiaceri, di uno che condivide la sofferenza del genere umano; Ma è anche lo sguardo severo del Dio giudice. Lo sguardo di chi dice “…a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli..." Una descrizione bizantina di questa icona dice: “i suoi occhi sono allegri e danno il benvenuto a coloro che non sono rimproverati dalla propria coscienza, ma per coloro che sono condannati dal loro proprio giudizio diventano adirati ed ostili.” Unisci la faccia che ne risulta è una singola persona, Gesù Cristo. La gloria di Dio risplende sul Suo volto». 2 Corinzi 4,6. 
Questo volto si solleva dal tempo, è come teatro di una storia che ci ha coinvolti tutti, trovandoci ora accusati, ora accusatori. Ora vittime, ora carnefici. 

- Accidenti, don! Tutta questa simbologia! Chi l’avrebbe mai detto. 

DON - E non è finita. L’asimmetria del volto si ripercuote nell’asimmetria delle vesti: un manto verde-blu, sulla sinistra di Gesù, simboleggia la sua natura umana che va a coprire la tunica rossa, simbolo di divinità regale. 
Un classico delle icone. La madonna, facci caso, ha colori invertiti, blu sotto e rosso sopra: l’umano che si fa divino. 

- Sta a vedere che adesso mi dici che ci sono dei simboli anche nelle mani… 

DON - Proprio così! Nella mano destra, benedicente, il pollice e l’anulare si uniscono lasciando l’indice diritto, formando l’anagramma di Cristo (IC). Inoltre le due dita che si toccano indicano la raggiunta unione in Cristo della natura umana e di quella divina, con il divino che si abbassa al massimo per farsi incontro all’umano che invece si tende in alto per quanto a lui possibile. - La mano ha una valenza simbolica molto forte, quando la mano di Dio tocca l’uomo questi riceve in sé la forza divina. Egli ci Benedice benedicendo la nostra vita, la nostra quotidianità e ci ricorda che è sempre con noi ……. Io ho posto le mie parole sulla tua bocca, ti ho nascosto sotto l’ombra della mia mano, quando ho disteso i cieli e fondato la terra, e ho detto a Sion: “Tu sei mio popolo”……(Isaia 51,16). 

- E che mi dici del libro nella sinistra? 

DON - Il libro, con i suoi sigilli intatti rappresenta il centro del paradiso e nell’apocalisse viene identificato con l’albero della vita. «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Apocalisse 5,9).
Il libro chiuso significa che cela il suo segreto e ci rimanda a Gesù che è la chiave di tutte le cose segrete; è tenuto ben saldamente ed ha una copertina ricca di ornamenti preziosi …. Beato l’uomo che ha trovato la sapienza e il mortale che ha acquistato la prudenza, perché il suo possesso è preferibile a quello dell’argento e il suo provento a quello dell’oro. Essa è più preziosa delle perle e neppure l’oggetto più caro la uguaglia ……… (Proverbi 3,13-15).

- Don, basta, per carità. 

DON - No. No che non basta. 

- No? Cosa c’è ancora? 
 
DON - C’è che davanti a un’icona come questa, non si può non pregare.
Facciamolo insieme, con le parole di Andrea di Creta:

"mi scruti e mi conosci, o mio Giudice, assieme agli Angeli verrai a giudicare l' universo. In quel giorno volgi a me uno sguardo d'amore e fa grazia, o Gesù, a un peccatore che confini non conobbe al suo peccato. Pietà di me, o Dio, pietà di me."


 

domenica 24 maggio 2015

Rito benedizione icone fine corso Busto Arsizio

E anche quest'anno è terminata la splendida avventura con gli amici di Busto Arsizio.
Domenica 17 maggio alle 18 Santa Messa con rito di benedizione delle icone, che spettacolo, ditemi voi se non sembrava un'iconostasi.

 
Ecco qualche foto della celebrazione, commovente e molto partecipata l'omelia del sacerdote che ospita i corsi nel suo oratorio.




Qualche altra foto delle icone collocate ai lati perché non c'era più spazio sull'altare.
 





E prima di andarcene a festeggiare con le prelibatezze che ognuno di noi aveva preparato ecco i maestri che tra baci e abbracci consegnano ad ognuno l'attestato del corso, peccato che mancava Antonio.

 


Arrivederci a tutti ai prossimi corsi che partiranno a ottobre 2015 e termineranno a maggio 2016, sul sito dell'Associazione di iconografia cristiana San Giuseppe, trovate tutte le informazioni.
 

sabato 16 maggio 2015

I preziosi abiti dei Magi

I Magi sono dei Re e le loro vesti sono molto preziose, per ottenere l'effetto prezioso dei tessuti,  verranno apposte delle decorazioni dorate con l'assist sui mantelli. Laura ci ha dato alcuni esempi di decorazione e ogni corsista ha studiato a casa su un foglio da lucido il motivo della decorazione che desidera riportare sui mantelli.

Il passaggio successivo consiste nel passare con i polpastrelli un po' di pigmento bianco sul retro del foglio da lucido, la tecnica è la stessa a quella utilizzata per trasferire il disegno della grafia sulla tavola immacolata. 
Poi si appoggia il lucido sulla tavola facendo attenzione a che tutto combaci esattamente e si ripassa la decorazione utilizzando un bulino o uno stecchino appuntito di legno. Sulla tavola resterà una leggera traccia bianca che si ripasserà con la colletta, cioè la missione all'acqua. Dopo qualche ora, quando la colletta è ben asciutta, si posiziona sopra un foglietto d'oro a decalco e infine si asporta l'oro in eccesso con la gomma pane.
Dopo giorni dal posizionamento dell'assist si completano i panneggi dei Re Magi ripassando la grafia e l'ombreggiatura, il tutto utilizzando colore, uovo e sapone, oppure colore e gommalacca.

PREDELLA
Sulla predella nella parte bassa, non dove poggia i piedi la Vergine, va messo del sapone o del fiele di bue per fare attaccare il colore sull'oro e solo quando è ben asciutto si passa un colore antracite: nero, bianco e ocra. Il giorno dopo si tratteggiano con uno stecchino delle righe sui bordi della predella grigia facendo riaffiorare l'oro (nell'immagine sotto si vede che non ho ancora fatto quest'ultimo passaggio).
PAVIMENTO ICONA
Va passata ocra gialla su tutto, poi terra verde su tutto, poi terra verde e nero nella zona inferiore, ed infine si rinforza il colore nella zona ondulata.
L'ombreggiatura deve essere molto trasparente dove c'è la parte ondulata
Queste erano le indicazioni, ma io ho sbagliato tutto perché non mi piaceva il risultato e a furia di ripassarlo il colore è diventato troppo compatto, non si vedevano più le velature. Così mano al grattino e con tanta pazienza ho grattato tutto.


Devo ancora riprendere l'assist dei panneggi dei Magi e mettere l'assist alla veste del Bambino e alle ali dell'angelo, sistemare il trono e la predella e tutti i doni e i copricapi dei Magi, oltre a tanti particolari da ridefinire e sistemare, in ogni caso l'icona è giunta a questo punto, mi sa che non la terminerò per la fine del corso.

 

venerdì 17 aprile 2015

Le tre icone con la Vergine proseguono

Per facilitarmi il lavoro in questo periodo, ho deciso di allestire un angolo della cucina per l'iconografia, così perdo meno tempo e non devo riordinare e metter via ogni volta tutto il materiale occorrente. Non è il massimo lo so bene, ma devo dire che avere il lavoro davanti ogni giorno mi permette di sfruttare anche solo mezz'ora di tempo.
Angolo di lavoro
Pasqua è arrivata e il lavoro non era completato, tanto per cambiare ho avuto ben 10 giorni con la salute a terra, così insieme ad Aurora decidiamo che darà il regalo agli sposi dopo il viaggio di nozze. La decisione mi rassicura perché, salute a parte, non amo in alcun modo fare i lavori in fretta, mi sembra di farli meno bene, l'iconografia non è un lavoro che puoi fare velocemente, devi rispettare dei tempi di asciugatura perché altrimenti rischi di rovinare tutto.
Non so se anche per altri è così, ma a me piace lasciar sedimentare il lavoro, osservarlo per giorni prima di decidere come proseguire. Probabilmente, anzi sicuramente,  questo mio modo di lavorare è legato ad una non abitudine a lavorare da sola, ma sempre all'interno di corsi, quindi supportata dai suggerimenti dei maestri nelle decisioni da prendere.

Le tre Vergini di Vladimir
La Vergine di Vladimir è dunque in tutto e per tutto il mio personale trampolino di prova per il laboratorio d'iconografia, già con queste tavolette mi rendo conto di aver acquisito molta più sicurezza anche nello sperimentare, tanto so che non è un problema se sbaglio qualcosa, perché posso sempre grattare quel particolare o quella parte e ricominciare da capo. Mi ricordo la veste della Vergine Eleousa in piedi di San Salvatore in Chora, l'ho grattata 5 o 6 volte, non riuscivo ad ottenere il colore che volevo, e alla fine il risultato è stato più che soddisfacente.
Personalmente mi hanno fatto crescere quei maestri che mi han corretto pur permettendomi di sbagliare e sperimentare personalmente le varie scelte. Anche un suggerimento di procedura diversa dopo che hai terminato, ti lascia libera se grattare e ripartire seguendo le indicazioni, o lasciare ciò che hai fatto anche se non soddisfacente.
Mi dicono che non è utile raccontare i problemi, specialmente se si vuole avviare un laboratorio d'iconografia, ma io sono del parere che se qualcuno vuole approcciarsi all'iconografia, non debba conoscere solo il bel risultato ottenuto, ma anche la fatica e le prove per arrivarci, il risultato non ha bisogno di commenti è lì da vedere.
L'iconografia è per me un cammino in tutti i sensi, principalmente nella conversione del mio cuore, e per questo trovo naturale iniziare con l'umiltà di ammettere errori e fatiche, dicendo pane al pane e vino al vino, anche perché se tu glielo domandi, c'è il Signore che ci mette sempre lo zampino nel guidare la tua mano. 

domenica 22 marzo 2015

Scelte e opportunità per tre piccole icone in progress insieme

Il freddo febbraio è terminato, gli impegni non sono così pressanti e io riesco a dedicarmi un po' all'iconografia, la tavola dell'adorazione dei magi la porterò avanti al corso, ma vorrei cimentarmi con altre piccole icone.
Come al solito parto alla grande molto volenterosa e alla fine esagero un po', perché non mi accontento di avviare una sola icona, ma dato che ho a disposizione diverse tavole di dimensioni ridotte, decido di fare lo stesso soggetto su più tavole, mi ha entusiasmato l'ultima icona che ho fatto così la scelta cade sui bellissimi volti della Vergine di Vladimir.

Ne avvio tre con la stessa grafia, l'idea è di farle man mano, invece ci provo gusto, e mi accorgo che è molto meglio portarle avanti insieme. La stessa grafia migliora di tavola in tavola, così mi propongo di sperimentare su ognuna colori o dorature diverse.
Nel frattempo Aurora la figlia di una mia cara amica mi chiede una piccola icona da donare ad un'amica che si sposa il lunedì dell'Angelo. Le propongo una delle piccole tavole della Vergine di Vladimir che ho già avviato, lei dopo qualche giorno accetta e io spero di fare in tempo a preparare l'icona per il matrimonio, dato che so bene di non essere un campione di velocità, anzi, se poi ci si mette anche la salute, apriti cielo. 
Non racconto qui i vari passaggi perché li ho già scritti nell'icona precedente, ma mi interessa condividere con voi alcune scelte procedurali fatte.
  
Doratura per la tavola di Aurora.

Ma ecco che capisco da subito che se da una parte è meglio farle insieme, d'altro canto dorare tre tavole contemporaneamente anche se di misura ridotta, richiede comunque una disponibilità di tempo continuativa non indifferente. Mentre dai il bolo è comodissimo, perché intanto che attendi che la prima asciughi, dai una mano di bolo su un'altra tavola e così a ciclo continuo fino alle 6 o sette passate canoniche per ogni tavola. Il problema è quando devi dorare, se inizi il lavoro devi portarlo a termine in tempi adeguati senza attendere molto. Difatti mi è già capitato di aver lasciato la tavola con il bolo ferma qualche giorno non potendo dorare subito e il bolo si è troppo essiccato, così da rendere difficoltosa e piena di difetti la doratura. Non volevo che accadesse questa volta e erano quasi le 2 di notte quando ho terminato, poi mi sono infilata sotto le coperte soddisfatta e felice.

Ecco le tre tavole dorate.
Portare avanti le tre tavole insieme mi aiuta a far meglio quella che dovrò dare ad Aurora, perché utilizzo le prime due un po' come tavolette preparatorie, anche se faccio il lavoro nel miglior modo possibile su tutte, per quel che sono in grado di fare senza aver a fianco un maestro con i suoi preziosi consigli.
Mi accorgo che proseguire così mi richiede più tempo del previsto e nel frattempo il periodo senza impegni è finito perché già da una settimana e fino alla fine di aprile, 2 e a volte anche 3 giorni alla settimana sono impegnata con i miei soliti controlli, e quando sono a casa non ho certo solo le icone da fare, è vero che ho un marito che si accontenta, ma non si sa mai.
Non so se la decisione di proseguire con le tre tavole insieme, è giusta, per la riuscita del lavoro senz'altro, per il tempo che impiego forse no, e magari è opportuno che mi dedichi solo a quella per Aurora. Vedrò man mano il da farsi cammin facendo, di una cosa son certa: se attendo di avere tutto il tempo che voglio per lavorare, non inizierò mai nulla. Quindi val la pena che sfrutti anche il poco di cui dispongo.

martedì 17 marzo 2015

Gli incarnati dell'Adorazione dei Magi

E' arrivato il momento di affrontare la parte più delicata dell'icona, ovvero gli incarnati.


 Ecco la figura che domina al centro l'Angelo.

Si passa la campitura su tutti gli incarnati con il classico colore verde salvia.
Quando tutto è ben asciutto si procede con le prime ombreggiature dei visi con terra verde, ocra gialla e rosso ercolano. se l'ombreggiatura è troppo scura si vela tutto con rosso ercolano e un po' di bianco.
Si riprende la grafia degli incarnati con nero avorio, rosso ercolano e terra verde. Mentre la grafia dei capelli solo con nero e l'ombreggiatura con nero diluito.




 

sabato 28 febbraio 2015

Gli schiarimenti icona Adorazione dei Re Magi

Qualche notizia sui colori vegetali. Sono colori naturali e bellissimi che amo molto, Laura ci ha detto che un tempo venivano usati principalmente nelle miniature sui libri, sulle tavole i colori vegetali nel tempo spariscono perciò devono essere mescolati ad altri colori.
Laura durante una spiegazione sulla tavola di Gabriella
Ebbene mio malgrado devo ammetterlo, pensavo fosse un'icona più semplice da realizzare, eccovi il proseguimento del lavoro.
La volta precedente ho terminato lo schiarimento delle vesti dell'Angelo, ora proseguo con le ali.
La parte superiore delle ali deve essere coprente, mentre le ali inferiori sono: all'esterno più scure, la parte media è coprente e l'ultima parte attaccata alle ali superiori è chiara ed ha un colore definito.
Disegno ali Angelo con gradazione colori piume
Le sotto-ali hanno ben 5 gradazioni di colore dal blu al bianco ecco i colori da utilizzare:
1- blu oltremare, dioptasio, nero
2- blu, verde, bianco
3- al 2 aggiungere ancora bianco e blu poi alla fine si vela con lapis
4- aggiungere pochissimo blu e tanto bianco
5- bianco puro
 
Prima di iniziare gli schiarimenti degli abiti dei Magi ripasso nuovamente delle velature di colore fino a che il colore risulta più compatto ma sempre trasparente. I mantelli verranno dorati con l'assist perciò non vanno fatti gli schiarimenti, che invece si devono fare su tuniche e pantaloni.
 
Schiarimenti 3° Re Magio
Gli schiarimenti sono sempre dalla parte opposta dell'ombreggiatura e non devono mai toccare l'ombra. Praticamente si ottiene questa successione: grafia, ombra, campitura, schiarimento. E' indispensabile fare una prova di colore e poi attendere che il colore asciughi per stabilire se va bene o meno, lo schiarimento deve essere leggibile e non denso.
Tra uno schiarimento e l'altro se necessita omogeneizzare i passaggi si fa una leggera velatura, e alla fine dopo l'ultimo schiarimento si riprende l'ombreggiatura e la grafia.
 
VERGINE E BAMBINO
In queste due figure ci sono tre gradi di trasparenza: panneggio bambino è denso, il maphorion di Maria è semi trasparente, il colore della tunica di Maria è più trasparente.
 
Maphorion Vergine 
Per il 1° schiarimento del maphorion della Vergine si utilizza Lapis + bianco, la Vergine deve risultare piuttosto scura, il colore va dato molto trasparente in modo che quando si asciuga si lega insieme e sembra quasi una velatura. Occorre fare molta attenzione a dove parte la luce. 
Prima del 2° schiarimento che si fa con lo stesso colore, sulla mia icona devo prima passare due velature con il lapis.
 
 
I colori della tunica della vergine sono simili a quelli della tunica dell'Angelo, per il 1° schiarimento si utilizza blu oltremare, terra verde, bianco e nero. Colore trasparente, deve essere un azzurro molto chiaro, mentre il maphorion è più blu.
Prima del 2° schiarimento che si fa con lo stesso colore del 1° passo due velature con il lapis.
 

Vedi anche:

lunedì 16 febbraio 2015

Pavel Aleksandrovič Florenskij


"La pittura iconica è un tipo di arte che si esprime in purezza, in essa tutto è uno e unificato: la materia, la superficie, il disegno, l'oggetto e il significato del tutto diventano condizione di contemplazione. Questo collegamento di tutti gli aspetti dell'icona è conforme all'integralità organica della cultura ecclesiale."

Pavel Aleksandrovič Florenskij, Le porte regali: saggio sull'icona
 
 
 
 
Le chiamano citazioni, quelle frasi tra virgolette che riportano/citano ciò che una tal persona ha scritto o detto.  Nella mia vita ne ho presente qualcuna che mi è rimasta scolpita nell'anima, e che ogni tanto amo rileggere per riprendere con sollecitudine il cammino.
Quest'anno il corso di Busto inizia il sabato mattina con la recita delle lodi, segue poi a cura del maestro Antonio De Benedictis, una breve riflessione su una citazione, citazione che spesso riguarda l'arte religiosa e in particolare l'iconografia.
Ebbene l'ultimo sabato era su questa citazione di Florenskij.

lunedì 19 gennaio 2015

L'Epifania è appena trascorsa e l'icona dei Magi prosegue

Spero sempre di poter dire che il lavoro prosegue liscio come l'olio, ma non è così.
 
 
Siamo arrivati ad inizio corso con la grafia già fatta e la tavola dorata, ma nonostante ciò le  prime due lezioni di novembre sono state un disastro, ho iniziato un pochino a capire gli schemi della tavola colori alla terza e quarta lezione in dicembre.
Qui si vedono le prime campiture con i colori molto delicati, finalmente con Laura ho imparato ad arrivare al colore desiderato con infiniti passaggi di velature, nelle mie precedenti icone partivo subito con colori carichi e densi per poi velare successivamente, in questo modo il lavoro richiede più tempo, ma si riesce meglio a gestire le trasparenze. 
In gennaio con la quinta e sesta lezione appena terminate il lavoro ha finalmente iniziato ad andar meglio. 
I motivi di questa difficoltà li ho ben presenti e partono già dall'origine, il mosaico di Dafni che è l'immagine di riferimento non aiuta granché, primo perché è un mosaico e poi è poco leggibile; le dimensioni della tavola sono 50x60 cm, discretamente ingombrante da gestire e portare avanti e indietro senza rovinare la doratura; gli schemi Laura li consegna mese per mese e io fatico a comprendere l'insieme se non vedo dove dobbiamo arrivare; sono poi costretta a prendere appunti perché i procedimenti che spiega Laura sono tanti da ricordare e io non ho fatto altri corsi con lei, per altri corsisti è più semplice perché hanno già sperimentato alcuni passaggi su icone di precedenti corsi.
Insomma sono già passati tre mesi e solo ora inizio ad ambientarmi e capire un po' come procede con le lezioni Laura, inizio anche a sentirmi più sollevata perché la tavola sta prendendo forma e pian piano emergono i personaggi.
Qui sono quasi terminati i passaggi delle campiture e si vedono gli schiarimenti dell'Angelo.
I colori dei Magi sono coprenti per dare valenza terrena, mentre l'Angelo è etereo, quindi più trasparente, si parte da una campitura color ocra ma con gli schiarimenti deve diventare bianco. Per pima cosa si inizia a fare l'ombreggiatura che deve essere metà calda a SX e metà fredda a DX.
Laura ci ha spiegato che per fare i panneggi chiari occorre iniziare con il bianco titanio, solo nel caso di utilizzo dei lapislazzuli va aggiunto un po' di zinco. Il bianco titanio è più coprente, mentre il bianco zinco nel tempo scompare dalla tavola e viene riassorbito dagli altri colori.
Il bianco titanio ha bisogno di poco uovo e + acqua e il colore deve essere ben diluito con entrambe, non ci si deve preoccupare se è troppo bianco, eventualmente si vela successivamente con ocra.
Prima di iniziare il 1° schiarimento dell'Angelo si fa una velatura con ocra, si può decidere di non farla ovunque ma solo dove serve: ad esempio non velare sull'ombreggiatura fredda azzurra, ma solo sulla campitura e sulla grafia; se la grafia è leggera non velare sopra, così come sull'ombreggiatura calda. Ogni corsista ha ottenuto miscele di colori ognuno diversa dall'altro, e ha steso il colore in modo più o meno carico, quindi Laura ci richiamava all'importanza che ognuno guardi il proprio lavoro e decida come muoversi in base ai risultati fin qui ottenuti.
Occorre attendere una giornata prima di iniziare il 2° schiarimento.
Sempre con lo stesso bianco titanio va fatta anche lo schiarimento della tunica dell'Angelo. Prima una velatura trasparente: Blu, bianco + terra verde, oppure lapis + bianco.
Bianco titanio deve essere denso, poco uovo e tanta acqua e va steso sulla tavola con pennello carico di colore, se quando asciuga rimane trasparente si ripassa, poi andrà velato. Lo schiarimento si deve leggere e deve essere ben definito.
Chissà se riuscirò a portare avanti un po' la tavola a casa prima del prossimo appuntamento a metà febbraio.

Vedi anche:
Adorazione dei Magi